SCIENTOLOGY: una via verso la libertà spirituale
di Silvio Calzolari
La psicologia moderna sembra avere una visione storica piuttosto miope. Comunemente infatti ritiene che il desiderio di avventurarsi nel pianeta della mente umana sia sorto in Europa e in America solo alla fine del secolo scorso. Ma la psicologia (dal greco “psyché”, anima o spirito e “logos”, cioè: “studio di”) affonda le sue radici nella filosofia e nei grandi sistemi religiosi.
Ogni principale religione del mondo racchiude al suo interno una scienza della mente: nell’ebraismo abbiamo la Kabala, nell’islamismo vi sono i Sufi, nel cristianesimo gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio Loyola e di meditazione degli ordini monastici; nel Buddhismo abbiamo invece l’ “Abidharma”, un completo sistema psicologico che descrive dettagliatamente i vari funzionamenti di percezione, cognizione, emozione e motivazione.
Non c’è stato filosofo o pensatore che non si sia cimentato con i dilemmi della mente e della sua natura. Platone, Lao Tse, Confucio, Buddha, S. Tommaso d’Aquino, Pascal, Spinoza, Leibniz, solo per citarne alcuni, hanno cercato di dare una soluzione al problema di come l’uomo conosce se stesso ed il mondo. Anche Goethe può essere annoverato tra questi precursori.
Con Wilhelm Wundt (1832 – 1920), dell’Università di Lipsia, la psicologia divenne in maniera singolare uno studio dello spirito che negava lo spirito: ogni legame con l’antica scienza interiore fu troncato e l’uomo fu concepito, in nome del principio che non esisteva alcun spirito, come un animale privo di anima. Per Wundt tutto è organico, Dio è “una sintesi psichica tardiva” e Cristo è “una espressione simbolica della vita religiosa, che non ha alcuna qualità soprannaturale”.
Le cose sono poi in parte lentamente cambiate, e anche se molti psicologi e psichiatri concordano ancora con le teorie organiciste (dall’epifenomenalismo al monismo psico-fisico, fino al cosiddetto materialismo emergentista), si è cercato da più parti di far uso di ogni genere di discipline e di esperienze disponibili (anche di natura religiosa, come le ricerche sulla meditazione e per la medicina comportamentista) per proporre nuovi sistemi di benessere mentale.
In quest’ottica va inquadrata ”Dianetics” (dai vocaboli greci: “dia” attraverso e “nous” anima o mente, lo studio propedeutico a “Scientology”) presentata dal suo fondatore, Lafayette Ron Hubbard (1911-1986), come lo studio e il trattamento di ciò che l’anima fa al corpo.
Per Hubbard la mente può essere strumento di salute e di malattia, di felicità o di infelicità, e il suo funzionamento va messo in relazione a fatti che spesso non sembrano spiegabili, ma la cui spiegazione deve essere considerata immanente alla mente stessa.
L. Ron Hubbard nacque il 13 marzo del 1911 a Tilden, nel Nebraska (USA). Fu scrittore di successo e ciò gli permise di vivere e di finanziare le sue ricerche, ma fu anche un grande viaggiatore (è del 1927 il suo primo viaggio in Estremo Oriente), studioso di culture primitive, fotografo, pilota di aerei e capitano di vascello. Studiò ingegneria alla George Washington University e partecipò a uno dei primi corsi di fisica nucleare tenuti negli Stati Uniti.
Le sue ricerche sulla mente, lo spirito e la vita iniziarono presto. La lunga fase di preparazione e di studio delle sue idee ebbe come retroterra l’analisi accurata della mentalità di ben 21 gruppi etnici, delle psicologie e delle tradizioni religiose, dal Buddhismo al Cristianesimo. Queste ricerche furono in seguito integrate dalle informazioni sui fenomeni molecolari e dalla metodologia scientifica.
Il 9 maggio 1950, con il libro “Dianetics, la forza del pensiero sul corpo”, Hubbard presentò pubblicamente le sue scoperte sulla mente. Per l’impostazione globale, all’inizio di carattere quasi esclusivamente terapeutico, la nuova dottrina si presentò come una scienza vera e propria verificata attraverso numerosi esperimenti condotti su volontari. Dei risultati fu informata anche l’Associazione Americana degli Psicologi (13 aprile 1949) che non dimostrò interesse per i lavori in svolgimento.
Per la nuova scienza esisteva un dialogo simmetrico tra il corpo e la psiche; e la mente (tramite la memoria) era manifesta al centro di ogni attività. Il corpo, in quest’ottica, era come un riflesso perfetto delle condizioni della mente, che doveva essere mantenuta sempre vigile ed in perfette condizioni. Hubbard si propose così di rispondere al perché a volte la mente umana non funzionasse, o funzionasse male e perché talvolta fosse causa di comportamenti irrazionali o addirittura di disturbi fisici o psicosomatici. Nulla lasciava supporre, a quel tempo, che Hubbard avesse previsto la nascita di una dottrina e di una pratica religiosa.
Tuttavia, come giustamente scrive lo storico delle religioni Bryan R. Wilson, dell’Università di Oxford: “La pratica terapeutica ha spesso manifestato la capacità di acquisire affiliazioni metafisiche e religiose, come, in modi differenti, si può notare nella Scienza Cristiana, nel movimento del New Thought e nelle tecniche Yoga” [Scientology: Analisi e studio comparato delle sue dottrine e sistemi religiosi, Freedom Publishing, Los Angeles, pagg. 21-22].
D’altra parte, è anche vero che molte religioni tradizionali hanno talvolta sviluppato attività che si occupano di guarigione e anche di sanità mentale (si veda il Buddhismo).
Così, in “Scientology, i Fondamenti del Pensiero”, Hubbard delineò i principi chiave della religione. Il libro, che risale al 1956, era destinato a essere la presentazione più completa dei principi di base di un pensiero rivolto, come ha affermato l’autore stesso, alla “liberazione dell’anima tramite la saggezza”.
Hubbard presentò Scientology nel 1952, come una religione che proponeva un percorso di elevazione spirituale che cercasse di liberare l’essere umano dai fattori che impediscono il completo risveglio e la totale libertà spirituale. Secondo gli intendimenti del suo fondatore, la nuova dottrina (come naturale sviluppo di Dianetics) partendo dal decodificare i segreti della mente umana, doveva tendere alla sintesi più alta di comprensione della materia, energia, spazio, tempo (l’universo fisico) e della vita, fino ad addentrarsi nel mistero stesso che abita l’uomo: l’infinito o Essere Supremo.
La Chiesa di Scientology, fondata nel 1954 a Los Angeles, si propone di aiutare le persone a “sapere come conoscere le risposte”. Il termine Scientology deriva dalle parole latine “scio” che significa “conoscere” o “distinguere” e “logos” che designa invece la “parola” o “la forma esteriore mediante la quale il pensiero viene espresso e fatto conoscere”.
Scientology è ulteriormente definita come lo studio e il trattamento dello spirito in relazione a se stesso, agli universi e ad altre forme di vita. Insegna a superare gli ostacoli della “mente reattiva” (i “demoni” dello gnosticismo) per far recuperare all’essere spirituale le sue vere abilità spirituali innate, per aver accesso alla coscienza spirituale totale.
Molti pensatori dell’antico gnosticismo hanno in comune con Scientology l’importante premessa che la psiche (anima, spirito) porta in sé la potenzialità della liberazione o della distruzione.
Il postulato fondamentale di Scientology è che l’essere umano è una entità spirituale immortale che occupa un corpo e lo controlla tramite la mente (le tre parti dell’Uomo); questa quiddità spirituale è l’espressione individuale, la Sorgente della Vita, della Luce, l’Infinito.
Scientology è una vera religione, nel senso tradizionale, con dimensioni cognitive, culturali, sociali, comportamentali ed emotive, che mira a studiare la “sapienza”, la “conoscenza” e a condurre le persone ad una migliore comprensione di sé, per entrare in armonia con gli altri, con il mondo e con l’Assoluto (le “Dinamiche” della vita).
Nei suoi insegnamenti è possibile trovare alcune somiglianze con le grandi religioni orientali ed in particolare con il Buddhismo (si pensi alla teoria degli Universi come manifestazione della mente), ma altre analogie potrebbero essere trovate con le dottrine gnostiche.
La capacità di conoscere viene gradualmente e richiede impegno; il perseguimento della gnosi (conoscenza) impegna tutta la persona in un processo solitario, in una lotta contro la resistenza interna (la “mente reattiva” in Scientology; il “desiderio di incoscienza” nello Gnosticismo).
Da questo detto si può constatare che Scientology possiede una teologia, una cosmologia, un’antropologia e una dottrina di salvezza molto elaborate e coerenti. Nonostante sia nata nel XX secolo, questa religione è presente oggi in ogni continente e vanta oltre 11.000 chiese, missioni e gruppi in 167 paesi.
Silvio Calzolari è professore di Storia delle Religioni orientali presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose (I.S.S.R) della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale. Ha insegnato Lingua e Letteratura giapponese presso la facoltà di Magistero all’Università di Firenze. Ha trascorso 8 anni in Giappone, conducendo ricerche sullo sciamanesimo e sul Buddismo esoterico. Ha pubblicato innumerevoli saggi e numerosi libri. Tra quest’ultimi meritano di essere ricordati: “Il Dio incatenato – Storie di Santi e Immortali Taoisti nel Giappone dell’Epoca Heian” (Luni Editrice, Milano, 2015; e sempre per la “Luni Editrice”, “Il Principio del Male nel Buddhismo” ( Milano, 2020).